“Master of creativity: who else could reinvent his sound so dramatically from one album to the next? Music like no one has never heard. There will never be another Prince Rogers Nelson. He was inspired by otherworldly means”
(Sonsarchangel, YouTube, 2019, commento sull’intero album)
Secondo la versione ufficialmente accreditata, questa canzone è nata da un regalo di compleanno.
David Coleman, fratello di Lisa Coleman, tastierista dei The Revolution, aveva registrato questa demo all’inizio di giugno del 1984, come regalo per il compleanno di Prince, il 7 giugno.
A Prince era piaciuta così tanto che l’aveva fatta sua e registrata di nuovo, il 16 agosto di quello stesso anno, nel suo studio, il Cloud Drive Warehouse di Eden Prairie, modificandola sia nel testo che nella melodia.
All’elaborazione definitiva aveva partecipato anche il padre di Prince.
Una canzone così importante da diventare il cardine dell’intero album, gli dà il la. Per volere di Prince.
“Prince loved its sound and feel, and he began to build the album around the psychedelic sensibility of this song, which would ultimately give the album its title”
Su albumism.com troviamo la narrazione di una leggera variante, rispetto alla storia ufficiale, quella della canzone nata semplicemente per il compleanno di Prince:
“Gifting David Coleman , the brother of long time keyboardist and collaborator Lisa Coleman, 48 hour of studio time in the famed Sunset Sound yielded a track that melded world music together with the pulse of psychedelia and call to venture ‘Around The world In A Day’. Upon hearing David’s demo, Lisa and Wendy so impressed and excited by the music they implored to listen to it. When he did, he was immediately drawn to the mystical sounds and the haunting yet hopeful essence of the song. (…) Arranged around the firm foundation of David Coleman, Around The world In A Day was unlike anything you had heard Prince do before. Welcoming you with a swirling flute and Princely scream, you are swept off onto a new musical journey. The rhythm with its middle eastern influence of Turkish Darbuka drum, finger cymbals and tambourine clangs, still allows for that trademark Prince handclap that acts as almost a reassurance that while he is exploring the musical landscape, he hasn’t forgotten to pack the funk”
I crediti ufficiali di questo brano parlano comunque di una sessione definitiva di registrazione piuttosto affollata, in quell’agosto del 1984: Prince, David Coleman, Lisa Coleman, i tre fratelli Melvoin.
Prince inserisce nei credits David Coleman come co-autore del brano, insieme a John L. Nelson.
Around The World In A Day apre l’album che porta il suo stesso nome: come già detto, ciò significa che, come abbiamo visto, per Prince esso ha un ruolo ed un significato molto importanti.
Prince l’ha eseguito in concerto lungo l’arco di quasi tutta la sua carriera, fino al 2007 e questo sottolinea ancora la sua importanza.
Secondo Alan Light, l’ispirazione di questa canzone arriva da Sgt. Pepper dei Beatles, in un momento in cui Prince – tramite Joni Mitchell – stava assorbendo molte delle istanze della musica beatlesiana.
“The record kicked off with a keening Middle Eastern flute and Prince’s first line is ‘open your heart, open your mind’. This vision of a mystical journey for which ‘laughter is all you pay’ was followed by Paisley Park (…)”
Il sito sputnikmusic.com descrive questo brano in termini analoghi: “fun, quirkly, and always cool, the title track sets the pace well for the album”
Di cosa parla il testo?
Beh, si tratta di un “trip”, reale o indotto che possa essere. Prince ci invita a fare un viaggio insieme a lui. Basta aprire cuore e mente. Non c’è nemmeno da pagare un biglietto, per salire su quel treno in partenza: basta solo sorridere. È alla portata di chiunque, dunque.
Segue un elemento che ha sempre caratterizzato la vita e l’indole di Prince: la fuga dal dolore, da senso di solitudine radicale che aveva caratterizzato gran parte della sua adolescenza.
“Loneliness already knows you”: vale dunque la pena di cambiare aria. Del tutto.
“Come here and take my hand, I’ll show you, I think I know a better way, y’all. Around the world in a day”
Non c’è bisogno di gridare, ragazzi. Ci pensa Prince a condurvi all’interno di questo percorso che è tutto interiore. Basta prenderlo per mano.
“The little one will escort you to places within your mind”
Seguono, nel testo, diversi elementi coloristici forti. Una allusione al colore purple della scala (avrebbe potuto mai essere evitata?). Di sicuro un residuo di psichedelia, di contatto con i temi ed i patterns di brani e film dei Beatles, come Yellow Submarine, ad esempio.
Un brano tutto in linea con la tendenza in Prince di quel momento, improvvisamente tesa ad indicare strade positive e non distruttive per la soluzione dei problemi interiori degli individui.
Una sorta di fuga nell’inconscio. Nella sua parte attrattiva e rassicurante, però, quella ben lontana da ogni forma di contatto con l’Ombra.
“Now dig!”
Fonti:
- princevault.com
- Alan Light, pitchfork.com, 29 aprile 2016
- sputnikmusic.com
- Andy Healy, albumism.com